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A BOLOGNA UNA EXPO DI ILZE JAUNBERGA

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La Repubblica – BOLOGNA. it

(http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/02/06/foto/il_volto_piu_ambiguo_e_ribelle_una_mostra_sulla_maschera_di_anonymous-132846792/1/?ref=fbplbo#1)

Il volto più ambiguo e ribelle:

Bologna, una mostra sulla maschera di Anonymous

di GIULIA FOSCHI


La maschera più ambigua e globalizzata, icona della ribellione, indefinibile, pericolosa e priva d’identità, ha ispirato l’artista lettone Ilze Jaunberga, autrice della serie “Anonymous Reservatus”, in mostra fino al 10 febbraio al Teatro Navile di Bologna (via Marescalchi 2/b). Opere in cui ricorre il volto beffardo di Anonymous, con i baffetti e il pizzetto, tra pagliacci, costumi carnevaleschi, animali fiabeschi e scene di rivolta sociale: impossibile sapere chi si cela dietro alle maschere, uomo o donna, bianco o nero, giovane o anziano, rivoluzionario o reazionario. La mostra, a ingresso libero, si può visitare nei giorni di programmazione della stagione teatrale dalle 18 alle 20. Informazioni teatrodelnavile@gmail.com, 051 224243

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febbraio 8th, 2016 at 5:23 pm

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DOPO LA “MAMMA MIA “ PIZZERIA IL RISTORANTE “CASA NOSTRA” A RIGA IN LETTONIA

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A Riga in Lettonia, durante gli Anni 2000 è stata attiva una pizzeria nomata “Mamma Mia” (contigua alla Università), gestita da un italiano con moglie nord-europea. Nella stessa città ha avuto inizio (venerdì 20 novembre 2015) l’attività di un ristorante nomato “Casa Nostra” gestito da un italiano (Adriano Carlesi), matrimoniato con lettone-australiana (Sandra Klavins), artefice di Roma Riga Consulting, altra agenzia così nomata e insediata a Roma. Trattasi di una intrapresa eno-gastronomica-caffeinica (mailata “kikodoro@gmail.com” – info 28631716 – mappata “Elisabetes iela 10/B”), destinata ad assumere anche il ruolo di agenzia per l’incremento dei rapporti economici tra Italia e Lettonia, location referente per ogni altro rapporto di Pubbliche Relazioni.

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novembre 22nd, 2015 at 3:50 pm

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NELLA ART RIGA FAIR 2015 LA BORA ARTE DI BOLOGNA

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La Bora Arte di Bologna di Daniele Brandani sarà l’unica galleria d’arte italiana presente nella Art Riga Fair 2015 (23-29 novembre): neo evento fieristico concepito nel 2014, unico e “pionieristico” nel territorio delle tre repubbliche Baltiche, (Lituania – Lettonia – Estonia), organizzato e promosso da una coppia lettone-russa: Dags Vidulejs e Galina Maximova.
Il gallerista bolognese esporrà opere di tre artisti contemporanei: Nicola Bertellotti (foto), Ilze Jaunberga (dipinti), Carlo Vighi (dipinti). Supportati da una collezione internazionale di opere grafiche d’autori con firme autografe di: Cesar, De Chirico, Dix, Fiume, Marini, Masson, Moore, Music, Picasso, Rouault, Severini, Sutherland, Tàpies, Viviani, Wunderlich. Dopo aver allestito nella stessa Art Riga Fair edizione 2014 tre stand personali con opere di Giorgio De Chirico, Fabrizio Clerici e Ilze Jaunberga.

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novembre 19th, 2015 at 11:24 pm

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DELLA MANCATA ECO WEB-MASS-MEDIATICA DI UNA MOSTRA D’ARTE ALLESTITA A MOSCA

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Che cosa scrivere della esposizione d’arte dei tre artisti eterogenei diversamente curriculati (Francesco Attolini, Christian Balzano e Lolita Timofeeva) che hanno la casa e l’atelier in Italia, allestita a Mosca nella MI Rudomino All-Russia Biblioteca di Stato, promossa autarchicamente e accreditata da una curatela single italiana autoreferenziale: massmediatizzata soltanto nel web con un comunicato stampa in lingua italiana postato e ripostato in alcuni blog amicali?

Do seguito a ciò che ho scritto per il post DELLA TIMOFEEVA BIENNALIZZATA A MOSCA IN UNA BIBLIOTECA NOMATA “MI Rudomino Russia” (http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2680617.html), scrivendo che risulta scritta tutta in lingua italiana la web-eco suscitata da tale esposizione, ignorata dagli addetti ai lavori della comunicazione artistica in lingua russa, perché è stata penalizzata dalla promozione autarchica e dalla monocuratela autoreferenziale italiana priva di relazioni con addetti ai lavori della critica d’arte russofona.

Diversamente dalla esposizione personale di Ilze Jaunberga, intitolata EVVIVA CARNEVALE!, allestita nell’Art Space Riga in Lettonia (http://www.facebook.com/event.php?eid=154066234683931), accreditata dalla curatela di un doppio misto, composto da personalità diversamente e proficuamente relazionate ognuna col Sistema dell’Arte, sia in Lettonia sia in Italia, ognuna con testo inedito originale catalogato, scritto ad hoc (e per l’occasione espositiva) nella propria lingua.

Cliccare i link che seguono per verificare: http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2687720.html

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ottobre 14th, 2015 at 10:40 am

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Italia-Lettonia: Sebastiano Fulci nuovo ambasciatore a Riga

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(ANSA) – ROMA – Sebastiano Fulci è il nuovo ambasciatore a Riga. Lo rende noto la Farnesina a seguito del gradimento del Governo interessato.

Fulci è nato a Roma, nel 1966. Dopo aver conseguito nel 1989 la laurea in giurisprudenza all’Università di Messina, nel 1991 entra in carriera diplomatica e inizia il suo percorso professionale alla Farnesina presso la Direzione Generale Affari Economici. Nel 1995 è a Grenoble con le funzioni di Console, nel febbraio del 1999 si trasferisce a Bratislava in qualità di primo segretario commerciale e nel 2001 viene confermato nella stessa sede con funzioni di Consigliere commerciale.

Nel 2002 rientra a Roma per prendere servizio alla Direzione Generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana in qualità di Capo dell’Ufficio Africa Occidentale e nel 2004 è alla Direzione Generale Affari Politici Multilaterali e Diritti Umani. Nel 2007 assume l’incarico di Primo consigliere alla rappresentanza permanente presso il Consiglio Atlantico in Bruxelles e tra il 2009 e il 2011 rientra a Roma per ricoprire l’incarico di Consigliere diplomatico presso il Ministero dell’Università e della Ricerca.

Nel 2011 si trasferisce negli Stati Uniti per prestare servizio come Primo consigliere all’Ambasciata d’Italia a Washington e viene successivamente notificato all’Organizzazione degli Stati Americani (O.A.S.) in qualità di Osservatore permanente, con titolo e rango di Ambasciatore.

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ottobre 10th, 2015 at 4:50 pm

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CAVE LOLITA TIMOFEEVA !!! RISARCITA CON ZERO EURO DA QUATTROVENTI

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Al termine di una vertenza giudiziaria intrapresa per danneggiarmi trasversalmente, danneggiando direttamente la casa editrice QuattroVenti di Urbino, la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva è stata risarcita con zero euro, danneggiandosi irreparabilmente, come risulta scritto nel dispositivo di una sentenza emessa dal Tribunale di Bologna (n.808/2010).
Un giudice ha sentenziato ciò considerando esagerato il risarcimento di 56.000 euro richiesto, poichè è risultato ingannevole e inconsistente l’internazionalità della sua notorietà artistica, esibita dal suo avvocato difensore senza adeguati supporti internazionali documentali relativi al mercanteggiamento delle sue opere (un’opera soltanto venduta all’asta a Prato nel 1998 dalla casa d’aste Farsetti, mio tramite), ne alcuna dichiarazione di redditi adeguati alla somma indicata.
Zero euro di risarcimento, quindi, per aver pubblicato nel mio libro “Mondo lettone made in Italy” un suo “Autoritratto”, senza la sua autorizzazione: zero euro che costituiscono un bottino vistosamente magro, comparato al grasso bottino vagheggiato.
La sentenza è stata emessa al termine del cosìddetto Primo Grado, è non è stata impugnata dalla Timofeeva (termine ultimo il 30 giugno 2010) per evitarsi il peggio di una sentenza di secondo grado totalmente favorevole all’editore, con spese legali onerose a carico della parte ricorrente. Quasi certamente consigliata a far ciò da Annalisa Di Benedetto, suo avvocato di fiducia, ombra (controfigura) dell’avvocato Lavinia Savini soggettista e regista dell’impresa giudiziaria.
La casa editrice QuattroVenti ha pagato il costo della vertenza fatturato dalla Di Benedetto con bonifico bancario del valore di Euro 7.436,66, comprensivo di euro 2.800 per onorari liquidati ed euro 1.154,32 per l’Iva 20%, sommando gli altri euro come spese per diritti legali vari. Bottino magro anche per le due avvocatesse, perciò.
Una domanda è d’obbligo porla, a questo punto (concludendo): Quali e quante negatività determinerà tale sentenza nell’attività interrelazionale della Timofeeva, sempre più in difficoltà per quanto riguarda l’esposizione delle sue opere in locations dotate di plus-valore e la loro commercializzazione in fiere dell’arte e gallerie d’arte manageriali?
Sapendo che la Timofeeva è considerata straniera a Riga, la sua città natale in Lettonia, dove risulta relazionata soltanto a chi dirige attualmente il Latvia Museum of Foreign Art, per la cui direzione futura è in atto una lotta a fil di coltello per conservare l’incarico, oppure subentrare all’incaricata. Sapendo che come artista risulta misconosciuta o disistimata da ogni altra Istituzione artistica lettone, inibita a rappresentare la Repubblica di Lettonia all’estero perché cittadina italiana dal 1993. Sapendo che può recarsi là dove, di volta in volta, considera possibile proprorsi e promuoversi soltanto percorrendo via amicali omologhe. Sapendo che i comportamenti sleali generano accadimenti letali: poichè chi semina slealtà, raccoglie calamità.
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(Postato anche in: www.lampisterie.ilcannocchiale.it)

Per leggere altro webizzato precedentemente, cliccare questo link:

CAVE LOLITAM !!!: a la guerre comme a la guerre (3 aprile 2010)

https://www.facebook.com/notes/392494358472/

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luglio 18th, 2015 at 6:01 pm

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27 MAGGIO – GIORNO ANNIVERSARIO per Lolita Timofeeva e Dante Stefani… coniugi

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Nel giorno anniversario del loro primo lustro coniugale, PROSIT! a Lolita Timofeeva (pittrice lettone italiana russofona nata 1964 a Riga) e Dante Stefani (nato 1927 a Bologna, ex parlamentare comunista vedovo vitaliziato), cittadini bolognesi matrimoniati il 27 maggio 2010 in trasferta burocratica strumentale a Ozzano dell’Emilia.
Al seguito del primo, risultino numerosi i lustri coniugali/coniugati residui dell’artista lettone italiana, in marcia di allontanamento dai suoi primi 50 genetliaci personali già sommati e psico-somatizzati,
vagheggiando gli agi di una vedovanza generosamente “vitaliziata”.

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Per leggere altro cliccare: http://www.italo-baltica.it/blog/2015-anno-ventennale-dell%E2%80%99arte-lettone-in-artefiera-1995-quinto-anniversario-del-matrimonio-con-dante-stefani-per-lolita-timofeeva-pittrice-lettone-italiana-russofona.html

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maggio 26th, 2015 at 11:23 pm

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L’infatuazione russa per la Lettonia. Le dichiarazioni di Tallinn e Vilnius

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Reportage: “Tra le fauci dell’orso. Geopolitica e società di un’Ucraina divisa”

Primi giorni di novembre 2014. La marina russa ha nuovamente sconfinato nella zona economica lettone. È forse la cinquantesima volta. L’ultima nave ex sovietica si è attestata a una decina di miglia dalle acque territoriali della Lettonia. E l’aeronautica militare del Cremlino non è da meno. In un solo anno sono stati intercettati nello spazio aereo lettone circa duecento velivoli battenti bandiera russa. Un’invasione silenziosa? Può darsi. Dal Ministero della Difesa di Riga, il ministro Raimonds Vejonis ha fatto sapere che il Paese non sarà impreparato, e saprà rispondere a dovere a un’eventuale invasione della Russia di Vladimir Putin. “I nostri soldati si stanno addestrando alle diverse situazioni da affrontare” fece sapere lo stesso ministro della Difesa, “Ma necessitiamo di una collaborazione con la Nato”.

Ma è forse la Lituania di Vilnius che, ormai da qualche tempo, soffre maggiormente la tensione con il Cremlino. Il 26% della popolazione è infatti di origine russa, e in Parlamento il partito filorusso rischia di destabilizzare gli equilibri politici interni. In quest’ottica, la Lituania ha fatto richiesta di un presidio permanente della Nato sul territorio nazionale, per scongiurare così un eventuale tentativo russo d’invasione del Paese.

All’interno di un simile quadro geopolitico, c’è chi ha parlato di un ennesimo rischio di Guerra Fredda, anche se il ministro lettone Vejonis ha affermato di come una tale prospettiva sia da definirsi particolarmente remota. Uno scontro diretto o ideologico con gli Stati Uniti non favorirebbe la Russia putiniana. Sebbene una seconda Guerra Fredda sia un orizzonte piuttosto improbabile, il Baltico non è per certo un mare ad oggi abbandonato a se stesso. Le tre repubbliche hanno dispiegato la marina militare, e restano all’erta e sensibili a ogni minimo movimento della Russia.

(See more at: http://retroonline.it/10/05/2015/rivoluzioneucraina/linvasione-silenziosa-del-baltico-il-ritorno-di-pietro-il-grande/56923/#sthash.6xlojodi.dpuf)

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maggio 10th, 2015 at 3:00 pm

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2015 ANNO VENTENNALE DELL’ARTE LETTONE IN ARTEFIERA 1995 QUINTO ANNIVERSARIO DEL MATRIMONIO CON DANTE STEFANI PER LOLITA TIMOFEEVA PITTRICE LETTONE ITALIANA RUSSOFONA

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Lolita Timofeeva

- http://www.italo-baltica.it/wordpress/2015-anno-ventennale-dellarte-lettone-in-artefiera-1995-quinto-anniversario-del-matrimonio-con-dante-stefani-per-lolita-timofeeva-pittrice-lettone-italiana-russofona-eurekaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.html

- http://www.rossiroiss.it/wordpress/2015-anno-ventennale-dellarte-lettone-in-artefiera-1995.html

- http://www.italo-baltica.it/wordpress/wp-admin/post.php?action=edit&post=612&message=1

Per la pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva il 2015 e l’anno ventennale del suo esordio espositivo nella Artefiera 1995, a Bologna: co-protagonista di una mostra collaterale collettiva intitolata L’Arte Lettone Contemporanea (10 artisti diversi, tre opere di ognuno), curatore ombra e promotore/esegeta evidente Enzo Rossi-Ròiss, bio-bibliografato come tale a futura memoria anche dai media cartacei in lingua lettone.(http://www.italo-baltica.it/wordpress/archivio)
Il 2015, però, per la stessa pittrice (nata a Riga nel 1964) e anche l’anno del 5° Anniversario del suo matrimonio anagrafico con Dante Stefani (nato a Bologna nel 1927), ex senatore comunista del parlamento Italiano, Presidente della Artefiera fino al 1999, divenuto nel frattempo ex tant’altro, adeguatamente vitaliziato da rendite pensionistiche reversibili.

L’esposizione nella Artefiera 1995 fu presenziata e badata dagli artisti espositori ospitati in delegazione con altri connazionali al seguito dell’architetto Janis Dripe, Ministro della Cultura in carica, chaperon/interprete/testimone postumo lo slavista Renzo Oliva attaché della neo Ambasciata d’Italia a Riga, divenuto ex diplomatico residente a Philadelphia negli USA, e scrittore di e-book per “I Antichi Editori Venezia” (www.iantichieditorivenezia.com)
Janis Dripe, ministro lettone, taglia il nastro dell’Artefiera 1995: tra Lolita Timofeeva, alle sue spalle, e Dante Stefani.

Il matrimonio della Timofeeva con Dante Stefani è stato anagrafato il 27 maggio 2010 a Ozzano dell’Emilia, presenziato soltanto dai testimoni, per ottemperare a ineludibili esigenze di rispetto della privacy, e per essere registrato successivamente a Bologna, costituendo una nuova famiglia Stefani – Timofeeva nella residenza maritale in via Alceste De Ambris 4 (pour cause). Con la pittrice domiciliata singolarmente a Bologna in via Don Minzoni 5 (docet Pagine Bianche), co-domiciliata con la s.r.l. Italo. Sapendo che alcuni ben informati logotipati Artefiera avrebbero semantizzato la propria perplessità relativa a tale unione, non considerandola pulsionata da autentica corresponsione di amorosi sensi irreprimibili: dati gli anni di nascita dei protagonisti.
Nato nel 1927 LUI vedovo genitore di una figlia adulta. Ex parlamentare del PCI in disaccordo con chi sostiene la necessità di legiferare la non reversibilità di trattamenti pensionistici pro giovani mogli strumentali, nate decine di anni dopo i mariti: come Lolita Timofeeva nata 37 anni dopo il suo terzo “sposo” anagrafico, ex senatore comunista russofilo vitalizziato con 3073 mensili.

Nata nel 1964 LEI senza figli e pluridivorziata prima come cittadina sovietica (cognomata Jaskina) da uno Juri Timofeev moscovita, e poi come cittadina italiana da un metalmeccanico lucano immigrato a Bologna. Dando per scontata l’opinione più condivisa che il matrimonio con lo Stefani sia stato perseguito dalla lettone italiana russofona come risultato finale di interazioni volpine strategiche concepite ed eseguite ad hoc (mirandole come instrumentum regni !), sostenuta a far ciò da una sperimentata consigliera omoglotta gattesca in sintonia: prospettandosi la lucrosità di una vedovanza in età menopausata sovrappeso ancora attraente per suscitare desideri, redditata dal vitalizio parlamentare dell’ex senatore comunista (vita-natural-durante definitivamente smatrimoniata), con ogni altro nesso e connesso indotto acquisibile.

1991, non ancora stabilmente bionda, nel giorno del matrimonio col lucano Emanuele Noviello

1991, non ancora  tettoruta stabilmente bionda, nel giorno del matrimonio col metalmeccanico lucano Emanuele Noviello

Per sapere di più della Timofeeva, basti ai più curiosi tutto ciò che risulta linkato e foto-documentato in Google: bio-bibliografata come pittrice (da zero alla Biennale di Venezia), a futura memoria incontestabile in un libro intitolato “Mondo lettone made in Italy”. Con tant’altro nel web, come esemplificano i link qui di seguito:
*http://www.italo-baltica.it/wordpress/lolita-timofeeva-2.html
* http://www.italo-baltica.it/blog/il-%E2%80%9Ccorpus-hermeticum%E2%80%9D-di-lolita-timofeeva-esposto-in-una-galleria-gregaria-a-riga.html

Per quanto riguarda, invece, l’ex senatore Dante Stefani (a sinistra nella foto), poco linkato e foto-documentato in Google, risulterà opportuno leggere la scheda qui di seguito.
Dante Stefani è nato a Bologna il 19 settembre 1927. Disegnatore tecnico (tre anni scolastici di avviamento professionale), è stato “…riconosciuto partigiano non combattente col grado di sottotenente” (minorenne smedagliato) dall’1.5.1944 alla Liberazione” (“Dizionario Biografico” di Arbizzani e Onofri, vol. V°, pag. 347).
L’attività patriottica contro i nazifascisti l’ha intrapresa diffondendo stampa clandestina e partecipando alla distribuzione di chiodi scassagomme prodotti dalla fabbrica nella quale ha lavorato a Sabbiuno/Bologna, anziché partecipando ad azioni armate. Nel settembre 1944 (diciassettenne) ha contribuito alla formazione della compagnia SAP della 4a brigata Venturoli Garibaldi, della quale divenne commissario politico, distinguendosi come organizzatore, in relazione con le organizzazioni clandestine di Castel Maggiore/Bologna.
La carriera politica se l’è propiziata, quindi, compiendo tali “gesta” patriottiche nel territorio natio: segnalandosi, a ogni “major” del Partito Comunista Italiano, come “compagno” ortodosso e affidabile, rispettoso della nomenclatura al potere, e meritando la effettuazione di più soggiorni di studio nella Unione Sovietica, tanto da apprendere e parlare la lingua russa.
Ha assunto questi incarichi “politici”: consigliere e assessore comunale comunista a Bologna durante gli anni del sindaco Dozza (1951-1956) / (1964-1970), consigliere e assessore regionale comunista durante gli Anni 70 del presidente Fanti, senatore comunista della Repubblica nell’VIII e IX legislatura (1979-1987), presidente comunista della Fiera di Bologna dal 1988 al 1999 (destinato ad avere Luca Montezemolo nel ruolo di successòre), presidente ex comunista dell’Associazione nazionale delle Fiere italiane (AEFI) e vice presidente dell’Unione internazionale delle Fiere (UFI), presidente post-comunista della Fondazione del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche) a Faenza (dulcis in fundo) fino al settembre 2005.

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maggio 7th, 2015 at 8:11 am

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FLASHES OF FERTILE THOUGHTS ON THE “ANONYMOUS RESERVATUS” – PAINTED BY ILZE JAUNBER

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BIRKENFELDS GALERIJA RIGA LATVIA
solo exhibition 11 – 30 aprilim 2015

http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2807137.html

(translation Sarah Lane)

Anonymous: emblematic mask and multiplied icon,
Anonymous: mask showing rebellion,
Anonymous: de-identitied and sexless mask,
Anonymous: unemotionalised and de-ageing mask,
Anonymous: mask of de-ethnicised irrelevance,
Anonymous: stereotyped and globalising mask,
Anonymous: right you are, if you think so and each to his own mask,
Anonymous: unmistakeable mask in search of an author.

The Anonymous mask, which appears in variously crowded depictions in Ilze Jaunberga’s paintings, is characterialised by Goyaesque chromatic dramatisations and iconic Tintorettesque ensembles that are allusive and reserved rather than assertive and forceful. Since it absorbs the bodies of those who wear it, it makes them appear as individuals belonging to a single kind that is de-featured, de-ethnicised, de-aged and de-identitied thus becoming trans-sexual, trans-generational and trans-national.
It’s the same mask as worn by the character in the film “V for Vendetta” adapted from the cartoon of the same name and later chosen as an identifying icon diffused by the Indgnatos movement which originated in Spain in 2011. The Latvian artist didn’t however intend to convey the idea of Vendetta, but rather she meant to emblemise the idea of rebellion against the illiberal officialised powers and the neo-sovietism of Putin: globalising interclassism and making each individual’s ethnicity, age and sex conform.
Jaunberga adopted the mask as a recurrent icon in 2012, with a painting entitled “Critical Temperature” (the main draw at an exhibition in Riga) which was permeated by the idea of an increase in tension in social and political relations worldwide. The idea is to signal the anonymity of wearing a shared mask by those who intend to express their rebellion, and – masked – control it.
It represents an impression of the features of Guy Fawkes, the English dynamite-brandishing terrorist before his time and Catholic plotter, who failed in his assassin attempt of the king and was slaughtered at the age of 36 in Westminster on 13 April 1606 (James I was on the throne and it was during the lifetime of Shakespeare 1564-1616). cf Wikipedia
Although each of the canvases painted for the installation entitled “Anonymous Reservatus” – which were first displayed at a preview at Cà Ròiss in Venice during the 2014 Carnival – is an autonomous composition, they were all conceived as fragments of a single image to make up a large-scale fresco in-progress. They feature a recurrent iconic design and are characterised by formal constants, such as the Tintorettesque crowding of figures, the overall use of colour which includes references to certain dramatic glooms typical of Goya, and the poetical and ethical nature which ideologises them and gives them substance.
The Latvian artist used her emotions and instincts to paint each one of them, letting her thoughts lead her hand, free from the slightest desire to reproduce a reality of people, things and places that can be easily recognised. Her hand can be considered the “window on her mind” (Kant), the “hand that works” as Hegel thematised (taken up by Marx) and a praiseworthy hand, to paraphrase the words of Henri Focillon, who wrote a book published in 1939 under the title “In praise of hands”.
Painting the works, she didn’t aim for “vedutismo”, or sights seen by herself and others, but she painted to transfigure and iconise her thoughts whilst seeing. Through the paintings she traced a mental journey which is notable for its highly personal and vivid trademarks.
She painted to convey the collective carnivalesque nature of Venice, disambiguating it after having experienced and documented it in immobility, for her future memories, by taking photographs.
Painting in this way, the subjective carnivalesque simil-Venetian of the fifteen/seventeen hundreds is simulated repeatedly to tell the nothings of self-promoters who occasionally mask, in a serene Venetian way, their individuality that is wholly, yet alternatively and in every moment of the day, gratified by sterile friendly relationships scattered with flimsy emotions that are conventional and sometimes shared.
Ilze Jaunberga as an artist takes constant care to favour symbolisation and emblemisation and these are both predominant in her paintings while sweetened decoration and peaceful illustrations are considered discriminative. (www.ilzejaunberga.com)

NOTE – Every year on 5 November, the UK celebrates the fact that King James I was saved during the so-called Gunpowder Plot. The same event is recalled by English teachers in Latvian elementary schools with the rhyme “Remember, remember…” about the Anonymous Guy Fawkes and his failed plot.
The title Anonymous Reservatus is thus intended to mean Controlled Anonymity, rebellious but not vengeful – a shared or shareable anonymity that results in being more participated and globalised, as each can decide where, when and how to display or spread their rebellion.

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Anonymous: maschera emblematica icona multiplicata,
Anonymous: maschera che manifesta ribellione,
Anonymous: maschera asessuata e deidentitata,
Anonymous: maschera smemozianata e disanagrafante,
Anonymous: maschera della irrilevanza deetnizzata,
Anonymous: maschera stereotipata e globalizzante,
Anonymous: maschera così è se vi pare, a ognuno la sua,
Anonymous: maschera inconfondibile in cerca d’autore.

La maschera Anonymous, raffigurata variamente affollata nei dipinti di Ilze Jaunberga risulta caratterializzata con drammatizzazioni cromatiche goyesche e insiemi iconici tintoretteschi allusivi e “reservati”, più che assertivi e propulsivi. Poiché ingloba i corpi di chi la indossa e li connota come individualità di un genere unico de-somatizzato, de-etnizzato, de-anagrafato, de-identitato: conseguentemente trans-sessuale, trans-generazionale, trans-nazionale.
E’ la stessa maschera indossata dal personaggio del film “V per Vendetta” tratto dal fumetto omonimo, successivamente scelta come icona identitaria e diffusa dal movimento degli Indignatos originato in Spagna nel 2011. Nelle intenzioni dell’artista lettone, però, non significa Vendetta, poiché intende emblematizzare la ribellione nei confronti dei poteri costituiti illiberali e del neo-sovietismo di Putin: globalizzando l’interclassismo e omologando le etnie, le età anagrafiche, i generi di appartenenza originari.
La Jaunberga l’ha adottata nel 2012 come icona ricorrente, realizzando un quadro intitolato “Temperatura Critica” (attrazione di una esposizione a Riga), pervasa dalla intuizione di un aumento di tensione nei rapporti sociali e politici mondiali. Per segnalare l’anonimia di un mascheramento condiviso da chi, così “mascherato”, intende manifestare la propria ribellione controllandola.
Somatizza (schematizzato) Guy Fawkes terrorista inglese dinamitardo ante litteram e cospiratore cattolico mancato regicida inglese, trucidato trentaseienne a Westminster il 13 aprile 1606 (regnante Giacomo I°, e vivente Shakespeare 1564-1616). http://it.wikipedia.org/wiki/Guy_Fawkes

Le tele dipinte per la installazione intitolata “Anonymous Reservatus”, esposte in anteprima dalla Cà Ròiss a Venezia in concomitanza col Carnevale 2014, sono dotate ognuna di autonomia compositiva, concepite tutte come frammenti pittorici per un grande affresco in progress, però: singolarmente connotate da una iconografia ricorrente, e caratterizzate da “costanti” formali che riguardano l’affollamento figurale tintorettesco, l’insieme cromatico con riferimenti a certe cupezze drammatiche goyesche, la poeticità e l’etica che le ideologizza e sostanzia.

Poiché l’artista lettone le ha dipinte ognuna emotivamente, d’istinto e rigorosamente col pensiero in mano, scevra da ogni inclinazione a riprodurre la realtà immediatamente riconoscibile di persone, oggetti e luoghi. Considerando la sua mano “finestra della sua mente” (Kant), “mano che lavora” come ha tematizzato Hegel (ripreso da Marx), mano elogiabile parafrasando ciò che ha scritto Henri Focillon autore del libro edito nel 1939 col titolo “Elogio della mano”.

Poiché non le ha dipinte ruolandosi “vedutista” per dipingere raffigurazioni di ciò che ha visto, ”veduto” anche da molti altri, ma le ha dipinte per iconizzare trasfigurato ciò che ha pensato “vedendo”: tracciando con tali opere un percorso mentale che ci risulta realizzato con stilemi pittorici personalissimi.
Poiché le ha dipinte per raccontare la carnascialità veneziana collettiva deambiguandola, dopo averla vissuta documentandosela immobilizzata, a futura memoria personale, da scatti fotografici.
Dipingendo, così, il carnevalesco soggettivo simil-veneziano cinque/settecentesco, simulato poi successivamente per raccontare il niente di chi si autoblasona mascherando occasionalmente e “serenissimamente” la propria individualità, globalmente gratificata – altrimenti e in ogni altro contesto giornaliero – dall’intrattenimento di rapporti sterili amicali costellati da emozionalità effimere convenzionali occasionalmente condivise.
Essendo Ilze Jaunberga un’artista permanentemente attenta nel privilegiare la simbolizzazione e l’emblematicità che ci risultano prevalenti in ognuno dei suoi dipinti: considerando discriminanti, perciò, la decorazione edulcorata e l’illustrazione tranquillizzante.(http://www.ilzejaunberga.com/)


NOTA – Il 5 novembre di ogni anno, nel Regno Unito, si celebra il salvataggio del re Giacono I° con una manifestazione intitolata La Congiura delle Polveri. La stessa congiura evocata nelle scuole lettoni durante gli anni delle elementari, dalle insegnanti della lingua inglese, utilizzando una filastrocca “Remember remember…” che riguarda l’Anonymous Guy Fawks e il suo complotto fallito.

Il titolo Anonymous Reservatus, quindi, intende significare Anonimia Controllata, ribelle ma non vendicativa: anonimia condivisa o condivisibile perchè risulti più partecipata e globalizzata, scegliendo come e quando e dove e perchè manifestare (seminare) la propria ribellione.


Written by rossiroiss

aprile 21st, 2015 at 5:56 pm

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