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LINGUE BALTICHE A RISCHIO NELL’ERA DIGITALE

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Di Paolo Pantaleo
Pubblicato il 27 settembre 2012 da EaST Journal

Quante fra le 60 lingue che si parlano nell’Unione Europea sono a rischio di estinzione, e fino a quando l’Europa potrà mantenere questa ricchezza culturale e linguistica?

Una ricerca presentata durante la conferenza internazionale “Lingua, tecnologia e il futuro dell’Europa”, afferma che nell’era della digitalizzazione 21 lingue europee sono minacciate dalla progressiva estinzione. Anche per il lettone non sarà facile sopravvivere, soprattutto considerando la sua scarsa diffusione nel settore tecnologico.
Nella ricerca si afferma che la ricchezza linguistica europea nel momento in cui i confini e le barriere economiche, commerciali, sociali si annullano, rischia di perdersi. Per questo è necessario che tutte le lingue europee diventino disponibili e comprensibili nella sfera del linguaggio tecnologico, ovvero siano in grado di essere tradotte e comprese dai nuovi sistemi di traduzione digitale e informatica.
Se nel 2008 per la traduzione e la localizzazione dei programmatori il mercato europeo ha speso 8,4 miliardi di euro, questa somma è oggi una piccola parte di quanto è necessario per garantire la comunicazione e la comprensione fra le varie lingue europee.
L’esempio di Google Translate è significativo. Uno strumento che oggi presenta, secondo la ricerca, un livello qualitativo di traduzione fra le varie lingue europee, specie quelle meno popolari, insufficiente rispetto agli standard necessari.
Durante la conferenza è stata presentata anche una ricerca sul destino digitale della lingua lettone, a cui hanno partecipato 200 esperti, sia del settore tradizionale che di quello della pubblicazione digitale.
Se fino ad oggi si è sostenuto che una lingua è morta quando non si stampano più libri in quella lingua, lo stesso oggi si può dire quando una lingua non ha un utilizzo sul web.
Attualmente vivono una situazione confortevole solo poche lingue, le più usate in Europa, in primo luogo l’inglese. Poi ci sono francese, spagnolo, italiano, tedesco e olandese. Le altre versano in situazioni molto più critiche.
Anche lettone e lituano sono a rischio. Per la lingua lettone la ricerca dimostra che in quattro settori (risorse vocali e testuali, elaborazione tecnologica del linguaggio, traduzione automatica e analisi del testo) il sostegno al lettone è scarso o assente.
Meglio di lettoni e lituani fanno, come al solito in campo informatico e tecnologico gli estoni, che hanno per tempo predisposto progetti di finanziamento al sostegno tecnologico della lingua.
La ricercatrice lettone Inguna Skadiņa ammette che la Lettonia è in forte ritardo nei progetti di sostegno tecnologico alla propria lingua. “Il sostegno statale è stato finora insufficiente ed ha avuto come conseguenza un forte ritardo nella predisposizione delle risorse e degli strumenti necessari al settore. Inoltre anche la ricerca finora in questo campo è stata troppo frammentaria. Il problema è la mancanza di corsi nell’università lettone, attualmente presenti solo nelle università di Liepāja e Rēzekne”

ALCUNI DATI

Utenti
1,3 milioni gli utenti internet in lingua lettone
64% dei lettoni negli ultimi 6 mesi hanno usato internet
Da 15 a 74 anni l’età degli utenti

Sostenibilità della lingua lettoneGli aspetti positivi:
- Lingua ufficiale dell’Unione Europea
- Un numero piuttosto alto di utenti internet
- Alta qualità linguistica del lettone
- Accesso ai progetti e ai fondi europei

I rischi:
- I limiti del mercato
- Il complesso di inferiorità che i lettoni ancora conservano
- La situazione demografica
- Sviluppo economico
- Emigrazione
- Minoranze
- Pressioni russe

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settembre 28th, 2012 at 11:36 am

DANTE TRADOTTO IN LINGUA LETTONE

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La Divina Commedia nel mondo:

domani Dante parla lettone

giovedì 27 settembre 2012

Le 46 versioni (dall’Europa, Asia, Africa, America) fanno seguito alle 100 serate del Progetto Dante-Ravenna con la prima lettura in Italia del poema dantesco. Raccontato e letto da Vittorio Sermonti a diretto contatto col pubblico (triennio 1995-97).
Per info
: Centro Relazioni Culturali – Tel. e fax: 0544.39972 -  www.centrorelazioniculturali.itcrc@comune.ra.it

Partecipa: Paolo Pantaleo, esperto di cultura e letteratura lettone.
La conversazione è condotta da Alessandro Gentili – Ingresso libero All’organo Paola Dessì.
Segue la lettura in italiano e in versione lettone del XXXIII canto del Paradiso per la dizione di Riccardo Pratesi e del traduttore Valdis Bisenieks.
“Il libro segreto di Dante”:
Dante è davvero stato ucciso dalla malaria, come tutti a Ravenna credono? Oppure qualcuno aveva dei motivi per desiderare la sua morte e la scomparsa di un segreto insieme a lui? Tormentati da questo dubbio, la figlia del poeta, suor Beatrice, un ex templare di nome Bernard e un medico, Giovanni da Lucca, iniziano una doppia indagine per fare chiarezza su quanto è accaduto. Cercano con fatica di decifrare un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena e intanto si mettono sulle tracce dei suoi presunti assassini, scoprendo che molti nutrivano una profonda avversione per il poeta. Non sarà facile trovare la chiave del segreto occultato nella Commedia e scoprire chi voleva impedire al poeta di terminare la sua opera. Ma perché l’Alighieri aveva deciso di nascondere con così grande cura gli ultimi tredici canti del Paradiso? Teoremi raffinati, intrighi complessi e verità da svelare si celano tra i versi delle tre cantiche, come l’identità del Veltro, o l’annuncio dell’arrivo di un misterioso vendicatore… Sullo sfondo storico della crisi politica ed economica del Trecento, “Il libro segreto di Dante” intreccia vicende reali e personaggi di fantasia, tessendo trame piene di mistero e inquietanti interrogativi.
Domani, venerdì 28 settembre, alle ore 21.00, per la Divina Commedia nel mondo, XVIII rassegna di conversazioni e letture internazionali a cura di Walter Della Monica, conversazione sulla presenza di Dante in Lettonia e sulla versione della Divina Commedia in lingua lettone, tradotta dal poeta e traduttore Valdis Bisenieks.
A conclusione, consegna del riconoscimento speciale “Il lauro dantesco” al traduttore e all’esperto partecipanti alla rassegna e, “ad honorem”, all’autore del recente e grandissimo successo editoriale “Il libro segreto di Dante” (Newton Compton), Francesco Fioretti.

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settembre 27th, 2012 at 11:44 am

NUOVA EXPO PERSONALE DI ILZE JAUNBERGA A RIGA IN LETTONIA

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INTITOLATA “TEMPERATURA CRITICA”

DALL’8 AGOSTO AL 7  SETTEMBRE 2012

Cromatismi goyeschi e affollamento tintorettesco costituiscono la capricciosità artistica di un grande dipinto di Ilze Jaunberga (su tela cm.240×200), eseguito durante lungo tempo dopo la sua prestigiosa esposizione personale intitolata “Evviva Carnevale” alla Rigas Makslas Telpa. Un grande dipinto che fa pensare anche alla capricciosità delle “Carceri” di Giovanni Battista Piranesi, delle composizioni musicali di Nicolò Paganini, di alcune costruzioni di Antoni Gaudi, di un’opera lirica di Richard Strauss e di un film di Tinto Brass. Associando alla parola “capriccio” questi significati: sfizio, stravaganza, frivolezza, libertà creativa, bizzarria, invenzione, composizione a schema libero.
Dall’8 agosto sarà guest star di una expo personale intitolata “Temperatura critica”, allestita per la durata di un mese a Riga, in uno spazio privilegiato dello Happy Art Museum al quinto piano del supermarket Galleria Riga (Dzirnavu 67), col supporto di altri dipinti gia noti. Ha per titolo IN ACTA EST CAPRICCIO ETICO perchè intende significare che l’acronimo ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) è logotipato come maschera iconizzata in azione: variamente espressiva e applicata su più volti per anonimizzare individualità d’ambo i sessi portatrici di rivendicazioni legittime che imbarazzano le Istituzioni al potere, sia politiche sia economiche.
Ilze Jaunberga arricchisce, così, il suo repertorio iconografico strettamente connesso al suo vissuto in Riga/Lettonia e Venezia/Italia, proponendosi come pittrice problematica e non allineata, dotata per intrigare gli esegeti della categoria Jean Clair, paladini del fare pittorico. Con descrizioni iconografiche di concetti  astratti (intellettuali) che contengono allegorie pronte all’uso di artisti e letterati che privilegiano la tematica etica e morale, prediligendo la rappresentazione emblematica più che la riproduzione del reale. Tanto che la sua capricciosità ci risulta mascherata e trasfigurata “in atto”: dinamica e interattiva con gli sguardi e la mente di chiunque si predisponga ad approcciarla dialetticamente senza pregiudizi. Poiché l’estetica artistica ci risulta, in tale dipinto, al servizio dell’etica sociale sempre meno praticata dalla moltitudine che si interrelaziona per favorire il bene personale più che il bene comune, irrispettosa del copyright che tutela la proprietà intellettuale in barba a ogni accordo commerciale anticontraffazione e anti plagio.
Ad majora ogni altra capricciosità pittorica etica jaunberghiana!

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IN ACTA EST CAPRICCIO ETICO / IN ACTA THERE IS ETHICAL CAPRICE

Goya-esque chromaticisms and Tintorettesque crowding make up the artistic caprices of a great painting by Ilze Jaunberga. She took a long time over the work, which she painted after her prestigious personal exhibition, “Evviva Carnevale” (Long Live Carnival) at Riga Art Space. It’s a large painting that also brings to mind the quirks of Giovanni Battista Piranesi’s “Carceri”, musical compositions by Nicolò Paganini, certain buildings designed by Antoni Gaudi, Richard Strauss’s operas and the films of Tinto Brass. The word caprice can be associated here with numerous interpretations: whims, quirks, eccentricity, frivolity, creative freedom, idiosyncrasy, inventiveness and unbounded creativity.
The work will be on show in Riga from August 8th for a whole month, at a privileged section of the Happy Art Museum on the fifth floor of the Galleria Riga supermarket (Dzirnavu 67) appearing as guest star alongside other previously displayed paintings. The title, IN ACTA EST CAPRICCIO ETICO, is intended to mean that the acronym ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) is a kind of active iconised mask in logo form: variously expressive, it can be applied to numerous faces in order to anonymise the individuality of people of either sex when they are promoting legitimate claims that cause embarrassment to the powers that be, both political and economic.
With this painting Ilze Jaunberga enriches her repertory of works that are linked closely to her life experiences in Riga/Latvia and Venice/Italy; she shows herself as a provocative artist who doesn’t follow the rule-book but is gifted in intriguing exegetes like Jean Clair and other paladins of the art of painting. She uses iconographic descriptions and abstract (intellectual) concepts that contain ready-made allegories for use by artists and writers, with mainly ethic and moral themes and favouring symbolic images rather than reproducing reality. This is done in such a way that her capriciousness appears masked and transfigured, work-in-progress; it’s a dynamic painting that interacts under the gaze and with the brain of those who are prepared to approach it with an open and unbiased mind. The artistic impact of the painting seems to be on the side of a social ethical code that is increasingly ignored by the masses who interact in order to favour personal benefits rather than for the good of the community. The copyright protecting intellectual property is disregarded in defiance of all kinds of anti-counterfeiting and anti-piracy trade agreements. May Jaunberga proceed to greater things with her ethical caprice paintings! (Translation Sarah Slane)
Enzo Rossi-Ròiss

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agosto 3rd, 2012 at 8:29 pm

ALTRA EXPO PERSONALE DI ILZE JAUNBERGA A RIGA IN LETTONIA (8 AGOSTO – 7 SETTEMBRE 2012)

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INTITOLATA “TEMPERATURA CRITICA”

Cromatismi goyeschi e affollamento tintorettesco costituiscono la capricciosità artistica di un grande dipinto di Ilze Jaunberga (su tela cm.240×200), eseguito durante lungo tempo dopo la sua prestigiosa esposizione personale intitolata “Evviva Carnevale” alla Rigas Makslas Telpa. Un grande dipinto che fa pensare anche alla capricciosità delle “Carceri” di Giovanni Battista Piranesi, delle composizioni musicali di Nicolò Paganini, di alcune costruzioni di Antoni Gaudi, di un’opera lirica di Richard Strauss e di un film di Tinto Brass. Associando alla parola “capriccio” questi significati: sfizio, stravaganza, frivolezza, libertà creativa, bizzarria, invenzione, composizione a schema libero.
Dall’8 agosto sarà guest star di una expo personale intitolata “Temperatura critica”, allestita per la durata di un mese a Riga, in uno spazio privilegiato dello Happy Art Museum al quinto piano del supermarket Galleria Riga (Dzirnavu 67), col supporto di altri dipinti gia noti. Ha per titolo IN ACTA EST CAPRICCIO ETICO perchè intende significare che l’acronimo ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) è logotipato come maschera iconizzata in azione: variamente espressiva e applicata su più volti per anonimizzare individualità d’ambo i sessi portatrici di rivendicazioni legittime che imbarazzano le Istituzioni al potere, sia politiche sia economiche.
Ilze Jaunberga arricchisce, così, il suo repertorio iconografico strettamente connesso al suo vissuto in Riga/Lettonia e Venezia/Italia, proponendosi come pittrice problematica e non allineata, dotata per intrigare gli esegeti della categoria Jean Clair, paladini del fare pittorico. Con descrizioni iconografiche di concetti  astratti (intellettuali) che contengono allegorie pronte all’uso di artisti e letterati che privilegiano la tematica etica e morale, prediligendo la rappresentazione emblematica più che la riproduzione del reale. Tanto che la sua capricciosità ci risulta mascherata e trasfigurata “in atto”: dinamica e interattiva con gli sguardi e la mente di chiunque si predisponga ad approcciarla dialetticamente senza pregiudizi. Poiché l’estetica artistica ci risulta, in tale dipinto, al servizio dell’etica sociale sempre meno praticata dalla moltitudine che si interrelaziona per favorire il bene personale più che il bene comune, irrispettosa del copyright che tutela la proprietà intellettuale in barba a ogni accordo commerciale anticontraffazione e anti plagio.
Ad majora ogni altra capricciosità pittorica etica jaunberghiana!

Written by rossiroiss

agosto 3rd, 2012 at 8:27 pm

GLASSTRESS VERSIONE EXPORT A RIGA IN LETTONIA

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AD MAJOREM PERSONAL BRAND BERENGO GLORIAM

dal 20 Agosto all’11 Dicembre 2011

(http://www.iantichi.org/content/glasstress-versione-export-riga-lettonia – http://www.iantichi.org/content/glasstress-versione-export-riga-lettonia)
(http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2671564.html – http://lampisterie.ilcannocchiale.it/post/2671564.html)

Adriano Berengo, ce l’ha fatta: è divenuto brand internazionale, da zero al primo milione di euro e oltre, tanto da poter aspirare a divenire brand/lasciapassare per esporre in Art Basel e in altre fiere similari.
Durante gli anni trascorsi dal 1989 al 2011, l’imprenditore veneziano non ha sfornato e venduto in gran numero soltanto oggetti materiali costituiti da materiale vetroso, arricchendosi: si è caratterizzato e propagandato anche come brand, clonandosi diversamente nomato ed eccellendo nel rebranding o Xe Service (Berengo Fine Art – Berengo Studio – Berengo Collection – Berengo Centre for Contemporary and Glass – Venice Project – Berengo Studio 1989).Fino alla expo Glasstress (http://www.glasstress.org – www.glasstress.org),  evento collaterale de La Biennale veneziana, concepito nel 2009 e replicato nel 2011. Una expo esportabile, opportunamente dimensionata ad hoc per ogni budget e location disponibili.
Come l’expo intitolata “Glasstress Riga – Works from Berengo Studio”, dal 20 agosto all’11 dicembre 2011 a Riga in Lettonia, allestita in alcuni spazi del Mākslas Muzeja “Rīgas Birža” (http://new.lnmm.lv/lv/amm/misc/about/museum/http://new.lnmm.lv/lv/amm/misc/about/museum/): curatela in duo con Helena Demakova.Una Glasstress résumé versione export, concepita e allestita con 19 opere di 18 autori diversi. Con meno artisti, quindi, dei 61 protagonisti della expo-madre Glasstress veneziana, curata da Demetrio Paparoni & C., allestita nelle sale del piano nobile di Palazzo Cavalli Franchetti sul Canal Grande e nella ex fornace divenuta Berengo Centre for Contemporary and Glass a Murano.
Prodromo (antesignana e messaggera) di altre Glasstress expo-figlie post Riga: in contemporanea a Lidingo-Stockholm con opere di 32 artisti (compreso un vetro del 1964 di Jean Arp morto nel 1966), curatela in duo con Maria Wiberg (Millesgarden Museum – 27.08-2011/15.01.2012), successivamente a New York (MAD Museum of Art and Design) e Beirut (BEC Beirut Exibition Centre).I rapporti di Adriano Berengo con la Lettonia hanno avuto inizio nel maggio 1997, mentore e tramite lo scrittore Enzo Rossi-Ròiss ( HYPERLINK “http://www.rossiroiss.it” www.rossiroiss.it) durante un incontro in Europart a Ginevra, allorché ha deciso di concedere in uso il suo spazio espositivo Berengo Fine Art in Salizada San Samuele a Venezia per il co-insediamento (con sculture in vetro) della prima partecipazione ufficiale della Repubblica di Lettonia a La Biennale Arte (la XLVII), insediata anche con dipinti nelle sale della San Gregorio Gallery (come risulta nel catalogo ufficiale), senza alcun contributo finanziario statale lettone: protagonista Lolita Timofeeva, nata nel 1964 a Riga dove si è acculturata ed ha abitato fino al 1991 (http://www.italo-baltica.it/wordpress/lolita-timofeeva-2.html – http://www.italo-baltica.it/wordpress/lolita-timofeeva-2.html).

Written by rossiroiss

agosto 10th, 2011 at 6:17 pm

Angelo Frosio

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AngeloFrosio2

Degli sfaccendati in Italia attivi come faccendieri nei Paesi Baltici ho scritto più volte e diffusamente. Non ho scritto diffusamente, invece, di un affaccendato in Italia (con contributi della Regione Lombardia, di privati cittadini e della collaborazione di volontari), che si è iper affaccendato con impegno e profitto anche nei paesi Baltici: aumentando la produzione di formaggio (da 600 a 15.000 tonnellate annue), il fatturato e i posti di lavoro in loco.
Non ho scritto di Angelo Frosio, poliedrico e „artistico“ imprenditore in Italia a Lodi, in provincia di Milano, tecnico caseario titolare della Frosio’s World Produtions e fondatore nel 1975 della onlus Scuola d’Arte Borgognone, cooperativa sociale e centro protetto abilitato al recupero dei portatori di handicap psico-fisici “Folligeniali”, mediante corsi artistici di recupero e solidarizzazione.
“Temperamento focoso, nemico degli schemi tradizionali (…) Folle, ma di quella follia che è sinonimo di genialità” (sic!), il Frosio italodigiano si è interelazionato nei Paesi Baltici meritando l’onorificienza Stella della Solidarietà Internazionale, della Presidenza della Repubblica italiana, per aver contribuito al salvataggio dalla bancarotta di un caseificio in Lituania a Rokiskis, dove ha concepito la produzione di un formaggio semiduro denominato Goya (il celebre pittore spagnolo Francisco) e la Angelo Frosio Fundation. Attivandosi successivamente in Lettonia a Limbazi, poco lontano dal confine con l’Estonia, per la produzione di un formaggio molle denominato Munchhausen (il mitico Barone settecentesco lettone, narrato da Rudolf Raspe) e l’istituzione di un centro culturale in una residenza baronale nomata Castello di Igate.
In un breve testo precedente ho reso noto che lo stesso Frosio ha brevettato in Lettonia “un formaggio che profuma di donna” e ha tenuto “… lezioni all’Università di Riga per il Ministero dell’Agricoltura a trentamila contadini” (sic!, in una e-mail inviata alla Italo-Baltica). Casanova, Cagliostro e Caravaggio sono in lista d’attesa come “nominazioni” di formaggi piccanti e verminosi, prodotti come il Goya e il Munchhausen col latte di mucche rosse baltiche, ognuna pesante 600 chili, alta 130 cm. e capace di produrre 5.000 litri di latte all’anno. Perfezionando il metodo produttivo già brevettato: Latte pastorizzato + fermenti lattici vivi + caglio naturale proveniente da Lodi + sale + 40% di grasso, stagionando il tutto durante 60 giorni e conservando la produzione in celle termoregolate posizionate in ambienti chiusi a temperatura di +5 gradi.
L’industrioso e fantasioso caseario italodigiano non si è ancora attivato per la creazione di una succursale in territorio baltico della Scuola d’Arte Borgognone, in attesa di tempi migliori ed eventuali (provvidenziali) contributi economici Ue. Ha contribuito, però, alla nascita di un Museo del Presepe a Rokiskis in Lituania, per il quale ha iconizzato una Sacra Famiglia „formaggiata“, e si è già interelazionato per concretizzare un progetto di partecipazione della Lettonia alla Expo 2015 di Milano supportato dalla municipalità di Lodi.
Il suo slogan è: La mucca ci salverà! Uno slogan divenuto titolazione di una performance espositiva en-plein-aire realizzata a Milano (Folle vacca): protagoniste numerose mucche in vetroresina, realizzate in grandezza naturale nel 2001 da una ditta di Zurigo, dipinte o decorate ognuna differentemente e posizionate sul suolo demaniale tra Piazza San Babila e il Castello Sforzesco, in gran numero sulla via Dante pedonalizzata. Uno slogan a futura memoria della mucca che lo ha salvato da una esistenza artistica precaria, intrapresa nel 1969 con una prima esposizione personale poco lontano dal suo luogo natale Bottino di Ricengo, nella sede dell’Associazione Granatieri di Sardegna a Crema/Cremona, titolare del diploma di perito caseario in odore di creatività artistica.
Angelo Frosio è stato eletto Cittadino dell’anno 2000 in Lituania, premiato con Medaglia d’Oro dalla Agro Balt per aver prodotto in loco baltico un formaggio semiduro (Montecampo). Durante i festeggiamenti del Columbus Day 2006, presenti l’onorevole Franco Danieli e il senatore Renato Turano, è stato premiato da Richard Daley, sindaco di Chigago. Non disdegnerà altre attenzioni e onorificenze.

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dicembre 18th, 2009 at 4:16 pm

Marina Jarre

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dicembre 11th, 2009 at 12:35 pm

Felice Vinci

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LETTONIA 021

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dicembre 11th, 2009 at 12:33 pm

Mondo Lettone Made in Italy

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dicembre 11th, 2009 at 12:32 pm

Sandra Kalniete

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dicembre 11th, 2009 at 12:29 pm