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LETTONIA: 90° ANNIVERSARIO DELLA INDIPENDENZA

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Il 18 novembre 1918, poco dopo la resa della Germania fu proclamata l’indipendenza dello stato baltico. Oggi la Banca Popolare di Lettonia, vuole ricordare l’evento con l’emissione di una moneta d’argento dedicata al 90 anniversario dell’ indipendenza. Progettata e modellata  dall’artista Aigars Bikše,  la moneta riporta sul diritto lo stemma lettone composto da un sole radiante entro il quale si notano la lettera L e tre stelle simbolo delle regioni unite. Il rovescio evidenzia un disegno fanciullesco di un bimbo ed una bimba che, presi per mano, sorreggono la bandiera. Sia sul diritto che sul rovescio sono presenti zone smaltate nei colori nazionali bianco e rosso. Con un valore nominale di 1 Lats, la moneta è a corso legale ed è stata coniata in soli 5.000 esemplari. Il peso è di 31,47 grammi per un diametro di 38,61 mm. Il titolo dell’ argento è 925 e la lavorazione è proof o fondo specchio. Zecca di emissione: la finlandese Rahapaja Oy.

La Lettonia ed il crollo dell’URSS:
intervista ad Alfred Rubiks

http://www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemc8a08-002486.htm

Un abitante della Lettonia è stato condannato
per la fomentazione della discordia interetnica

Martedì il tribunale circondariale di Riga ha condannato per un anno di carcere, con il beneficio della condizionale, l’abitante della Lettonia Rudolf Treis per una nota messa su Internet che fomenta la discordia interetnica. Lo comunica oggi la versione Internet del giornale “L’Ora” della Repubblica. Come constata l’edizione Treis ha lasciato una nota espressamente negativa ed ostile nei confronti dei russi su uno dei portali Internet. La popolazione della Lettonia conta circa due milioni e mezzo abitanti tra cui più del 40 % sono abitanti russsofoni.

Written by rossiroiss

novembre 12th, 2009 at 6:19 pm

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HANNO PARLATO DELLA LORO SCRITTURA E PITTURA

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GIORGIO CELLI – COSTANZA SAVINI – LOLITA TIMOFEEVA

NELLA BIBLIOTECA DELLE DONNE A BOLOGNA

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Costanza Savini, Gaetana Miglioli, Lolita Timofeeva, Giorgio Celli e Daniela Delzotti (foto di Lodovico Pignatti Morano)

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Lolita Timofeeva, pittrice lettone italiana russofona con casa e atelier a Bologna dal 1991 ha parlato in una saletta della Biblioteca delle Donne a Bologna (ore 18-20 del 10 novembre 2009) per descrivere e commentare tre dipinti personali, esposti occasionalmente in tale saletta, collateralmente all’incontro con la scrittura e i supporters di Giorgio Celli e Costanza Savini. Si è data cosi (e ciò) facendo visibilità e interrelazioni come pittrice, artefice di opere eseguite spennellando colori su un substrato materico simulante superficie muraria, alla maniera del pittore Janis Andris Osis ex rettore dell’Accademia di Belle Arti di Riga suo maestro lettone in atelier più che in Accademia: per rappresentare l’interno della camera di un alberghetto a ore insediato in via Drapperie a Bologna, con figura femminile poco abbigliata in età giovanile.

Quasi certamente tale "esposizione" sarà curriculata come "personale", datata 2009 (l’unica!), non documentata da alcuna eco massmediatica, come altre esposizioni "personali" precedenti allestite in location succedanee: nella Sala Europa del Centro Ippico Pavarotti a Modena (1999), nell’Espace Rdc Couloir – Batiment ASP del Parlamento Europeo a Bruxelles (2002), nel vano scala d’ingresso antistante la reception con biglietteria e book shop del M.I.C. a Faenza (2003), in una sala della Biblioteca di Letteratura Straniera a Mosca (2004) collateralmente alla presentazione di alcuni libri.

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Per quanto mi riguarda considero opportuno testimoniarla a futura memoria, confermando il giudizio critico leggibile nel mio libro intitolato "Mondo lettone made in Italy" (Edizioni QuattroVenti di Urbino 2007).

Considero Lolita Timofeeva artista virtuosa nel concepire e realizzare mimesi iconiche e aniconiche con apporti di stilemi storicizzati e museificati, capace di simulare accademicamente forme e contenuti artistici di volta in volta simbiotici o più convenienti e remunerativi. Come e quanto un’attrice teatrale sperimentata, capace di simulare sentimenti e comportamenti finalizzati alla resa scenica immediata, prescindendo dalle disapprovazioni considerate negatività contingenti. Le opere più originali che ha ideato e realizzato, però, fino all’anno in cui scrivo, sono quelle che costituiscono il ciclo “Kama” (dipinti, sculture in vetro e bronzo, opere grafiche): una straordinaria raffigurazione del mondo dei sensi esplorato godendo senza remore un rapporto di coppia intellettuale e passionale, totale e totalizzante, destinato a rivelarsi ineguagliabile, perché vissuto intensamente nel momento in cui il fervore sentimentale l’ha pervasa in sintonia col fervore creativo. Si tratta di una trascrizione del Kama Sutra con immagini plastiche e pittoriche magistralmente eseguite, che emblematizzano l’amplesso amoroso goduto nei momenti in cui il suo desiderio ha mosso… passi decisi e veloci senza inciampare (parole di un poeta). Come ho scritto per le opere intitolate "Kama", nel ruolo di esegeta "ab origine".

(Postato anche in www.italo-baltica.it/blog - www.lampisterie.ilcannocchiale.it e come NOTA in Facebook)

Written by rossiroiss

novembre 12th, 2009 at 6:18 pm

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DELLE PERFORMANCES ESPOSITIVE DI LOLITA TIMOFEEVA MENO FREQUENTI PERCHE’ PRIVE DI SPONSOR E MENTORI ADEGUATI

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Lolita Timofeeva accanto a Eugenio Giani, ex assessore al Comune di Firenze.

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Le performaces espositive della pittrice lettone italiana russofona Lolita Timofeeva si sono rarefatte di anno in anno a cominciare dal 2005, dopo il primo ciclo iniziato nel 1993, epicentrato a Bologna, concluso nell’anno 2000.

Risulta incontestabilmente fondativo il ciclo del suo lancio "da zero notorietà e redditività artistica, a…", costituito da 21 expo personali in Italia e all’estero, con 5 presenze successive in Artefiera (più 4 in altre Fiere a Milano, Ginevra, Venezia), e la partecipazione alla Biennale di Venezia 1997, adeguatamente e variamente bibliografata.

Il ciclo che ho generato e gestito nel ruolo di esegeta principe e promoter/comunicatore sponsorizzato dal mio personale capitale di conoscenza ed estimatori, dotato di autonomia logistica progettuale e intellettuale, propulsiva e determinante.

Un ciclo che ho pubblicizzato con numerossimi testi scritti per essere pubblicati, con la mia firma e con pseudonimi (la cui identità scrittòria fittizia è stata generata da me con artifici), in cataloghi e pubblicazioni varie: testi che risultano tutti citati (elencati) dalla Timofeeva nella sua bibliografia webizzata senza il mio nome.

Un ciclo padre indiscutibile dei cicli successivi costituiti da 11 expo personali complessive (comprensive di alcuni flop come l’expo durata 5 giorni del 2002 a Bruxelles, in una sala del Parlamento Europeo, malmallevata da Giorgio Celli), più alcune collettive, durante gli anni 2001-2008, con nessun’altra presenza in Artefiera, nè altra partecipazione equivalente a quella della Biennale veneziana, da me realizzata e "presentata" (ved. Catalogo Ufficiale) nel ruolo di Commissario.

Conseguentemente si è rarefatta anche la sua bibliografia costituita sempre più da "voci"… in picciol numero e modesta significanza, di anno in anno: idem la sua collezione di foto in compagnia di Personaggi illustri nel ruolo di testimonial consapevoli e non.

Così come è diminuita progressivamente la sua attività espositiva, particolarmente durante l’ultimo ciclo di iniziative prevalentemente epicentrate a Firenze: mallevate da Eugenio Giani, assessore allo sport del capoluogo toscano e accreditate dal mentore di servizio istituzionale eclettico e disinvolto Maurizio Vanni, organizzatore di mostre collettive allestite con opere di autori eterogeni insiemizzate di volta in volta in ogni luogo con (e da) titolazioni pretestuose,  buone anche per l’insiemizzazione di opere diverse d’altri autori.

Tanto da cominciare a risultare assente anche là dove è risultata presente: tra gli artisti in rapporto con  la Modenarte insediata a Modena e Venezia (per es.).

Con nessuna expo personale allestita dura
nte gli anni 2006-2009 da curriculare nel sito personale www.lolitatimofeeva.it, dove risultano webizzate soltanto partecipazioni a expo collettive: 12, comprensive dell’annuale (ricorrente) Premio Sulmona, e delle stesse collettive replicate in location diverse a cura del Vanni. Accreditata (motu proprio) nei cataloghi come rappresentante della Repubblica di Lettonia, della quale  non è mai stata cittadina, nè ha mai posseduto il passaporto dopo quello degli occupati sovietici.

Esemplare e significativa  la Florence Biennale 2007 (1-9 dicembre) insediata in alcuni locali della Fortezza da Basso a Firenze, con lo spazio espositivo Timofeeva disallestito e disertato dall’artista (unica "lettone" catalogata, però!), causa la manifesta inconsistenza artistica dell’insieme fierizzato dall’agenzia organizzatrice.

Una "Biennale di Venezia 2007" risulta curriculata nel suo sito web senza l’indicazione della location et altro identitario: significando millanteria, oppure Florence Biennale 2007…refusata.

Nel 2008 ha partecipato soltanto a quattro expo collettive: 3 curate dal solito Vanni, compresa una del 2007 replicata (Segni di confine), più una FreshGlass di Adriano Berengo nelle cui fornaci a Murano non sono in produzione nuove sculture in vetro firmate Timofeeva..

Il 2009 è avviato a concludersi in bianco (come suol dirsi), principiando un nuovo ciclo di rapporti precari col sistema dell’arte in età antaizzata, avendo superata la frontiera dei 40 anni nel 2004.

Nel website personale si segnala referenziata a Riga dal micro spazio espositivo (commerciale) Tifana Gallery, nel quale non ha mai allestito alcuna esposizione. Non gode buona fama presso Solvita Krese, director del Latvian Centre for Contemporary Art, che l’ha contestata (e continua a contestarla) come rappresentante artistica della Lettonia, considerandola straniera perchè cittadina italiana.

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Per leggere altro cliccare i link qui di seguito:

http://www.liquida.it/lolita-timofeeva

http://www.italo-baltica.it/ Personality

http://immobilmente.blogspot.com/2008/11/bologna-case-agli-amici-degli-amici.html

www.enzorossiroiss.blogspot.com/…/eurocarni-in-tribunale.html

www.lastampa.it/redazione/…/38108girata.asp

www.studiliberali.it/…/LO%20SCANDALO%20DI%20BOLOGNA.pdf

www.namir.it/MAFIAGRAFFITI/legalita.htm

Written by rossiroiss

novembre 2nd, 2009 at 2:14 pm

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CAGLIOSTRO (1743-1795) SOSTO’ A MITAU/JELGAVA RESIDENZA DEL DUCA DI CURLANDIA IN LETTONIA PRIMA DI RECARSI A SAN PIETROBURGO

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Il Palazzo Ducale di Mitau (Jelgava) in Lettonia, progettato da Bartolomeo Rastrelli nel 1738

Accompagnato dalla moglie diciottenne Lorenza Serafina Feliciani, disposta a prostituirsi per facilitarlo nelle sue imprese truffaldine, e sulle orme di Giacomo Casanova, conosciuto a Aix-en-Provence, che l’aveva preceduto nel 1764, antesignano di ogni altro faccendiere italiano marchingegnoso in trasferta, Cagliostro (Giuseppe Balsamo 1743-1795) arrivò a Mitau/Jelgava in Curlandia (Lettonia) il 25 Febbraio 1779, ove era diffusa la cosiddetta Massoneria Cerimoniale che si occupava "di speculazioni astratte e di formule empiriche". E dove si praticava, all’interno delle Officine curlandesi, la "purificazione" che avrebbe dovuto portare a una vera e propria rigenerazione fisica e spirituale: a un ringiovanimento, in parole povere, del corpo e dell’anima.
Cagliostro soggiornò lungamente a Mitau, dove inscenò pratiche di demonologia e di chiaroveggenza che furono seguite dagli stessi duchi di Curlandia, e dove fondò una “loggia mista”, cioè per adepti di ambo i sessi, suscitando grandi entusiasmi e reclutando uno straordinario numero di adepti. Compresa la contessa Elisabeth Kostantia von der Recke che lo avrebbe poi sputtanato e denunciato come disonesto, scrivendo un libello pubblicato a Berlin, und Stettin, Nicolai  (1787, 8°, pp. XXXII-168), intitolato: Nachricht von des beruchtigten  Cagliostro Aufenthalte in Mitau, im Iahre 1779, und von dessen dortigen magischen Operationen.
A Mitau, l’avventuriero italiano indusse la moglie a prostituirsi cedendo alle insistenze di un ricchissimo signore, nonostante che, come dice il Compendio “…dopo il cominciamento della massoneria il marito cercasse di risparmiarla”.
Si trasferì, poi, a San Pietroburgo, dove dimorò dal 5 giugno 1779 al marzo 1780.
Il viaggio in Russia lo intraprese autoincaricandosi di compiere una missione diplomatica: intercedere presso Caterina II per la concessione dell’indipendenza alla Curlandia, minacciata dall’espansionismo zarista, e fondare una loggia massonica internazionale, che fosse sotto l’alto patronato della Imperatrice, alla quale si presentò come rosacrociano e colonnello spagnolo Phenix provvisto di doti taumaturgiche. La moglie Lorenza lo favorì intrattenendo rapporti sessuali extraconiugali mirati con il Principe Grigorij Alexandrovic Potemkin (1739-1791), amante di Caterina II. Fino al giorno in cui non fu costretto ad abbandonare frettolosamente San Pietroburgo, smascherato e diffidato dall’ambasciatore di Spagna, nonostante la protezione del Potemkin.
L’Imperatrice russa scrisse, poi, tre commedie satiriche: "L’ingannatore", "Il cieco" e "L’incantatore siberiano", con le quali mise alla berlina Cagliostro e le sue vittime.

Written by rossiroiss

ottobre 17th, 2009 at 3:07 pm

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53.BIENNALE DI VENEZIA 2009 FRAGILE NATURE IN FRAGILE LOCATION PER LA REPUBBLICA DI LETTONIA

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Del micro padiglione disagiato e disagiante allestito dalla Repubblica di Lettonia a Venezia per la 53. Esposizione Internazionale d’Arte, scrivo con cognizione di causa e per averlo visitato nel giorno della sua inaugurazione, presenziando alla cerimonia della sua presentazione con più oratori microfonati, come è possibile verificare osservando le foto scattate da Corrado Corradi per conto della Associazione Culturale Italo Baltica.
É stato pagato dal Cultur Capital Foundation of Latvia, longa mano del Ministero della Cultura lettone. Procurato dalla agenzia di servizio Arte Communications, la stessa agenzia che ha procurato si-profit le sedi per i padiglioni allestiti a cura di Helena Demakova non ancora Ministro della Cultura, a cominciare dalla Biennale 1999.
Posizionato in una calle stretta 185 cm. e lunga 40 passi transitata prevalentemente dai residenti nei paraggi: un padiglione costituito da tre vani (50 mq. complessivi) inadatti ad ospitare 20-30 visitatori contemporaneamente, inaugurato radunando le poche persone intervenute sulla fondamenta (marciapiede veneziano) più vicina dietro l’angolo.
Assente Paolo De Grandis, l’agente di Arte Communications. Assente la „co-commissioner“ aggiunta Paivi Tirkkonen moglie finlandese del De Grandis. Assente la giornalista lettone accreditata Inga Steimane del Kulturas Forums, presente altrove in altro vernissage. Non rappresentata l’Ambasciata di Lettonia che ha la sede a Roma, nè alcuno dei cittadini italiani Consoli Onorari di Lettonia. Assente anche Gianpiero Mele dell’Associazione Italia-Lettonia.
Presenti complessivamente 30 persone, comprensive di Evelina Deicmane e Miks Mitrevics (artisti espositori), Liga Marcinkevica (curator), Norbert Weber (co-curator), con conoscenti e parenti connazionali al seguito, e una qualificata (e qualificante) delegazione della Italo-Baltica.
Scrivo ciò con cognizione di causa perchè il mio testo sia letto, soprattutto dagli addetti ai lavori culturali in Lettonia, senza pregiudizi, a futura memoria del già fatto e col proposito di far meglio, stabilendo in Venezia rapporti di collaborazione con italiani, addetti ai lavori artistici e culturali, dotati di conoscenza e conoscenze adeguate per un insediamento più prestigioso del padiglione lettone nel 2011.
Diversamente padiglionizzata e convenientemente massmediatizzata, la „Fragilità“ esposta biennalizzata a Venezia dagli artisi lettoni, avrebbe meritato attenzioni meno frettolose e di puro servizio da parte della Giuria incaricata di segnalare e premiare il miglior padiglione straniero.

Written by rossiroiss

settembre 24th, 2009 at 1:55 pm

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DI UNO SFACCENDATO IN ITALIA
FACCENDIERE IN LETTONIA

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E’ nomato Michele Del Prete un anziano broker velleitario marchigiano nato a Pesaro nel 1945, sfaccendato e derelazionato nel suo luogo di residenza  anagrafica (Ciriè in provincia  di Torino), faccendiere sedicente relazionato a Riga in Lettonia, dove ha abortito ogni iniziativa concepita per darsi attività redditizia e identità di promoter di successo. Come risulta scritto nel mio libro „Mondo lettone made in Italy“ (QuattroVenti Ed. Urbino 2007, pp.139-141).

E’ uno dei tanti italiani all’estero sprovvisto di ruolo professionale redditato in Italia, che si autopropone pro-positivo e vincente a Riga in Lettonia, dove ha già fatto naufragio a cominciare dall’anno 2001. Sedicente esperto in teleformazione, telelavoro, telepromozione, televillaggio commerciale, tele ogni altro possibile business virtuale, con svariate società S.I.A lettoni (equivalenti alle S.r.L. italiane): create per supportare iniziative nomate: Eurameriga, Alma Italia, Centro Servizi Cafii, Es Miilu Es, Baltitalia, Associazione Camera di Commercio in Lettonia (tutte decesse per inconsistenza economica e organizzativa conclamata).

Di suo, tale Michele Del Prete, fornisce nuovi indirizzi personali (sia web che postali), millantando interrelazioni fertili in un contesto nazionale sterile pervaso dal malessere e dal malaffare imprenditoriale: un contesto in cui il Governo nazionale fa i salti mortali quotidianamente per evitarsi la bancarotta, redarguito e guidato dal Fondo Monetario Internazionale per i soldi spesi male in passato e perchè spenda oculatamente i soldi che riceve e riceverà in prestito. In un contesto socio economico e politico rischioso, dove il quotidiano „Diena“ è stato acquistato non si sa da chi con soldi sborsati da ignoti, la ristorazione griffata „Lido“ ha sempre meno consumatori e progetta la chiusura, alcune case editrici hanno interrotto le pubblicazioni di libri, migliaia di insegnanti in esubero sono stati licenziati, gli stipendi dei dipendenti pubblici sono stati dimezzati e le pensioni sono state decurtate, alcuni ospedali sono stati chiusi, il Ministero della Cultura sarà quasi certamente soppresso e accorpato al Ministero dell’Educazione, le Banche soffrono per le insolvenze sempre più numerose e onerose, i giovani emigrano in cerca di fortuna altrove, i pignoramenti giudiziari sono sempre più frequenti e numerosi, l’ingresso della Lettonia nella eurozona è stato rinviato fino 2015, il mercato immobiliare langue, il passivo di Airbaltic si rivela insostenibile, le carceri sono sovraffollate, i 14 Ministeri del governo in carica saranno ridotti a 8, …etc. etc.

Scrivo ciò a futura memoria in Facebook, perchè sia letta e riletta (eventualmente anche commentata) questa NOTA da chi annovera Michele Del Prete tra i propri amici o le proprie conoscenze.

In attesa che io scriva altro e più diffusamente per illustrare  un progetto irrealizzato dal faccendiere italiano a Ventspils, malgrado l’approvazione del Digital Centre locale e dell’Ambasciata d’Italia (acquisita) e la creazione di una marchingegnosa Associazione ArtTecn mirata ad aiutare la Lettonia nel settore delle arti e della tecnologia con illusori finanziamenti europei.

P.S.– L’invio di questo testo via mail a un primo gruppo d’italiani presenti e attivi in Lettonia ha causato l’invio all’indirizzo della Italo-Baltica di alcune mail, come quelle che seguono.

-        Voglio segnalare anch’io un certo Maurizio Rallo, conosciuto ormai da molti
italiani a Riga, che va in giro spacciandosi, oggi per agente immobiliare,
domani per imprenditore del sesso, un altro giorno ancora per istruttore di
karate, ancora per affiliato del clan Bagarella, (è un siciliano)… e
così all’unico scopo di avvicinare suoi connazionali, e chiedere piccoli
anticipi per piccoli affari…. fregando soldi a destra e sinistra .
Cordiali saluti. Michele

(Già postato come NOTA in Facebook)

FONDI PER LA LETTONIA SULL’ORLO DELLA BANCAROTTA
DONATI E RACCOLTI DAI CONSOLI ONORARI

Ai Governanti della Repubblica di Lettonia impegnati a salvare la loro Nazione dalla bancarotta suggerisco di costituire un Fondo Speciale per l’Assistenza dei più Poveri con donazioni provenienti da tutte le persone che blasonano la propria carta da visita e il proprio studio professionale con la  scritta Console Onorario di Lettonia.

A cominciare dagli otto Consoli Onorari italiani (in ordine alfabetico): Bambina (Palermo), Comelli (Trieste), Gattas (Napoli), Landini (Modena), Nicolussi (Venezia), Rositani (Firenze), Signorini (Milano), Trione (Bari).

>A ognuno di questi Consoli Onorari dovrebbe essere indirizzata una lettera personale autografata dal Presidente della Repubblica di Lettonia nella quale risultino invitati a manifestare il proprio sostegno al popolo lettone in difficoltà attivandosi per la raccolta di fondi tra i loro amici più ricchi e tra i loro soci in affari, con  l’obiettivo  di raccogliere ognuno 1.000.000 di euro, compresivi di 200.000 euro personali donati per dare l’esempio.

E’ questo un suggerimento dell’Associazione Culturale Italo-Baltica che non deve essere considerato stravange, perchè è scaturito da una approfondita riflessione sulla opportunità di far partecipare i Consoli Onorari al risanamento delle finanze di una Nazione che li ha onorati con una nomina che ognuno di loro ha chiesto e attenuta, presumendola indiscutibilmente vantaggiosa per il decoro (status) sociale personale e per l’incremento del proprio reddito  di mediatori d’affari o esercenti di libere professioni.

E’ facile calcolare che una raccolta di fondi così concepita, organizzata ed effettuata, potrebbe concretizzarsi in 200.000.000 di euro donati da cittadini della Comunità Europea, in rapporti di amicizia o d’affari con 200 Consoli Onorari di Lettonia (8 per ognuno dei 25 Stati membri). Con altrettanti milioni di euro donati da cittadini di altre nazionalità, in rapporti d’affari o d’amicizia con altri Consoli Onorari di Lettonia.

Altro non scrivo considerando „buon intenditori“ i miei lettori.

DI UN LETTONOFILO  (LATVIAFAN) ROMANO INTRAPRENDENTE
A PRESCINDERE DALLA BANCAROTTA INCOMBENTE
CHE PREOCCUPA I GOVERNANTI DELLE REPUBBLICHE BALTICHE

Ho già scritto per indicare ai Consoli Onorari della Repubblica di Lettonia come raccogliere fondi con l’intenzione di sostenere economicamente la nazione baltica, nel momento in cui è notoriamente sull’orlo della bancarotta,  grati per la nomina che blasona i loro CV.

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Scrivo ora per redigere sommariamente la scheda di un lettonofilo di servizio assistito intraprendente, cittadino italiano  faccendiere a Riga in Lettonia, dove è stato compagno di merende di Michele del Prete, altro faccendiere italiano lettonofilo del quale ho più volte scritto e altro scriverò.

Giampiero Mele risulta iperwebizzato e affaccendato in Italia come Presidente di più Associazioni pro Lettonia, tutte generate e insediate a Roma, organizzate per accedere a finanziamenti pubblici istituzionali italiani ed europei. Ha cominciato a manifestare la sua lettonofilia nel 2003 generando e presiedendo l’Associazione Italia-Lettonia, prima di assumere il ruolo di delegato comprensoriale per i Castelli Romani dell’Unione degli Industriali di Roma. Poi ha continuato, nel ruolo di vicepresidente della Baltitalia presieduta e abortita da Michele del Prete, con la pittrice Lolita Timofeeva nel ruolo di testimonial, disponibile per l’assunzione di  altre cariche „vice „ in eventuali nuove Associazioni diversamente generate da italiani affaccendati in Lettonia. Recentemente ha generato l’Associazione Amici di Rothko (Mark), pittore aniconico lettone-americano (1903-1970), della quale è Presidente, insediandola presso l’Ass.Italia-Lettonia in Italia e in Daugavspils in Lettonia luogo di nascita dell’artista. Col proposito dissimulato  di acquisire meriti per la disponibilità di risorse finanziarie pubbliche con benefit indotti collaterali privatizzabili. Disposto, eventualmente, a fondare e presiedere anche Associazioni di Amici degli artisti lettoni morti e sepolti in Italia: Elisabeth Kaehlbrandt-Zanelli (1880-1970), Niklavs Strunke (1894-1966), Edita Walterowna-Broglio (1886-1977), documentati e biografati nel mio libro „Mondo lettone made in Italy“.

(Già postato come NOTA in Facebook)

„THEAT BEAT OF SEX“ DELLA LETTONE SIGNE BAUMANE
omaggiata dagli organizzatori di Venice Days 2009 a Venezia

15 shorts sull’amore e il sesso della lettone Signe Baumane, sono stati proiettati singolarmente, prima di ogni proiezione, nella Sala Perla al Lido di Venezia durante i giorni della 66 Mostra Internazionale del Cinema (2-12 settembre 2009) e tutti di seguito (durata 40 minuti) dagli organizzatori della 6a edizione dei Venice Days, sullo schermo all’aperto della Villa degli Autori a conclusione delle Giornate degli Autori, presente l’artista autrice.

Il sesso e le donne scritto, disegnato,animato e commentato (voci
zzato) sensa se e senza ma da una over 40, memore del proprio vissuto sessuale a Riga e altrove in età over 20 e over 30,  diplomata in filosofia all’Università di Mosca nel 1989, cittadina della Repubblica di Lettonia sovietizzata fino al 1991.

15 shorts per argomentare il punto G, la masturbazione, le misure del fallo, la verginità, l’orgasmo vaginale, il sesso anale e quello orale, le mestruazioni, anche le malattie, e molto altro. Protagonista Cynthia, portatrice sana di „guizzi erotici“ penalizzati da una disagiante singletudine malcelata, „ragazza della porta accanto“ fine dicitrice ironica delle sue fantasie sexuali, tema ricorrente dei suoi racconti disegnati con protagonisti d’ambo i sessi provvisti di organi sessuali popstilizzati.

Signe Baumane è nata ad Auce in Lettonia nel 1964, anno dell’ascesa al potere di Leonid Breznev. Vive a New York dal 1995. Il suo cinema d’animazione (costituito prevalentemente da cortometraggi) gode buona fama tra gli intenditori ed è già stato premiato in più occasioni. Attualmente è impegnata nella realizzazione di un lungometraggio animato intitolato Golden Hors. Con alcuni colleghi e colleghe gestisce la produzione e la commercializzazione dei suoi DVD (www.signebaumane.com).

(Già postato in: www.iantichi.org – il mio diario)

Written by rossiroiss

settembre 21st, 2009 at 3:29 pm

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AVVISO

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Durante tutto l’anno 2009 l’Associazione Culturale Italo-Baltica sarà operativa a Venezia in più location, dove allestirà esposizioni d’arte a cura di Enzo Rossi-Ròiss, con iniziative varie indotte o collaterali.
Le location già acquisite sono:
Scuola Grande San Teodoro: San Marco 4810
Compagnia de Calza “I Antichi”: San Marco 2674
Sala Palazzo Priuli Bon: Campo San Stae 1979
Una esposizione è già stata calendariata ed avrà per protagonista la pittrice lettone Ilze Jaunberga, da alcuni mesi impegnata a dipingere su tele diversamente dimensionate opere del ciclo intitolato “Ad majorem saturnalia gloriam”, che saranno sponsorizzate e ospitate nella propria sede in Campo San Maurizio dalla Compagnia De Calza “I Antichi” in concomitanza col Carnevale 2009 (vernissage il 13 febbraio).
Nella Scuola Grande San Teodoro saranno allestite esposizioni concomitanti con la Biennale Internazionale d’Arte (dal 1° giugno al 31 ottobre).
Per la Sala Palazzo Priuli Bon saranno calendariate esposizioni diverse da gennaio a dicembre 2009.
Chiunque sia interessato a interagire con la Italo-Baltica per la progettazione e realizzazione di eventi culturali a Venezia e in altre città italiane, come in location baltiche, può telefonare al +39.339.6918363

Written by rossiroiss

novembre 1st, 2008 at 12:13 pm

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COMPOSITORE LETTONE TRENTENNE A VENEZIA

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Un lettone trentenne, Janis Petraskevics, è stato segnalato come  “rivelazione” tra i compositori maggiormente apprezzati dai critici musicali convenuti a Venezia per la Biennale Musica 2008. Carla Moreni de “Il Sole 24 Ore” ha scritto nel supplemento “Domenica” (12 ottobre): “E tra le pieghe delle incertezze si insinuano talora capolavori. Come è successo nel concerto di venerdì sera, ad esempio, al Piccolo Arsenale, dove abbiamo ascoltato un compositore lettone sconosciuto, trentenne, Janis Petraskevics, capace di dominare il contrappunto come pochi. Ma soprattutto vincente, con il suono raro del poeta. Il suo Flight of the Arrow fa i conti con Bach, nell’ultima sezione, ma le citazioni aprono a orizzonti inesplorati. Perfetto lo ha suonato Carlo Teodoro, violoncellista dell’Ex Novo Ensemble, il gruppo veneziano che è interprete poi degli autori in programma”.

Written by rossiroiss

ottobre 15th, 2008 at 2:27 pm

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A STOMERSEE SULLE ORME DEL GATTOPARDO

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Segnaliamo un video amatoriale che documenta la visita di  Enzo Rossi-Ròiss al castello di Stomersee, distante 200 km da Riga capitale della Lettonia, nel distretto di Gulbene. Tale castello è stata la residenza lettone di Tomasi di Lampedusa, autore de “Il gattopardo”, dopo aver sposato nel 1932 la baronessa baltica Alexandra (Licy) von Wolff.
A chi si reca per visitarlo appare alla fine di un lungo viale di tigli  “…con le sue due alte torri svettanti e il grande lupo araldico scolpito nella pietra sopra il portico d’ingresso, con gli eleganti riquadri attorno alle finestre bene ordinate, dignitoso e bellissimo da vedere”: come ha scritto Boris Biancheri ne “Il ritorno a Stomersee”.

Written by rossiroiss

ottobre 14th, 2008 at 2:15 pm

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DI UN LIBRO INGANNEVOLE INTITOLATO “BALTICA 9″

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“Guida ai misteri dell’oriente” è il sottotitolo ingannevole di un libro edito da Laterza che ha per titolo altrettanto ingannevole “Baltica 9”: nominazione di una birra super, anziché di una superstrada, oppure di una macroregione, oppure del nono fascicolo di una rivista culturale accalappialettori balticofili. Gli autori del libro  (Daniele Benati e Paolo Nori, nati entrambi in territorio emiliano), però,  non lo hanno detto subito ai loro afficionados convenuti nel microspazio del Modo Infoshop a Bologna, prima di esibirsi come lettori sperimentali e dilettevoli di ciò che hanno scritto cinque anni prima della data di pubblicazione: sperimentando la coniugazione dei verbi al futuro per propiziarsi attenzioni esegetiche indulgenti, anziché al passato che li avrebbe connotati viaggiatori datati su percorsi contrassegnati da una segnaletica sostituita nel frattempo perché divenuta obsoleta cinque anni dopo.
“Guida con istruzioni per l’uso” (parafrasando Perec) sottotitolerebbe convenientemente
Il libro intitolato “Baltica 9”, consentendo supposizioni relative a libri intitolati “Baltica 1-2-3-4-5-6-7-8) e da intitolare “Baltica 10-11-12…”. Scritti da altri autori principiando ogni paragrafo con “Mi ricordo…” ( ancora come Perec). Oppure scrivendo: ho seguito, ho trovato, sono entrato, sono uscito, mi sono accorto, anziché seguirete, troverete, entrerete, uscirete, vi accorgerete…et similia semantizzando.  Non potendo far seguire ad altri chi non li precede, non potendo far entrare altri in, nè uscire da… dove è stato possibile entrare e uscire cinque anni prima, non potendo far trovare ad altri ciò che e chi non c’è più ( comprese le doganiere, più o meno fascinose, che nel frattempo hanno imparato ad affaccendarsi in tutt’altre faccende, per es.).
Il libro intitolato “Baltica 9” sia preso in considerazione, perciò, soltanto come esercizio scrittòrio compiuto dal duo Benati & Nori, con tic verbali godibilissimi in forma recitata più che letta silenziosamente in solitudine, per dare consistenza libresca ai fogli sparsi di un taccuino di viaggio d’antan, similari ai post di un blog.
Rinunciando a seguire il modo di scrivere dei due autori come successione sintattica, per seguirla come si segue al cinema il passaggio di sequenze, considerandolo insieme di echi in successione di una lingua di pure carenze. Così che nel ruolo di lettori ci sia più agevole seguirlo considerandolo scrittura costituita da frasi che seguono la curva del parlato: dove il duo Benati & Nori tracima causa una specie connaturata di  ecolalia incontinente para-affabulatoria e simil-cabarettistica.

Written by rossiroiss

ottobre 14th, 2008 at 2:03 pm

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